martedì 7 ottobre 2014

80 voglia di moka”. Viaggio nella storia del caffè


Intuito geniale o provvidenza divina, dalla sua prima entrata in scena tra tradizioni e leggende, il caffè grazie all’intraprendenza di viaggiatori, avventurieri e botanici ha raggiunto ogni dove ed oggi accompagna e appassiona.


Fiori bianchi dal profumo intenso, frutto carnoso come una ciliegia: il caffè, diavolo o panacea di tutti i mali?


Era il 1592 quando il botanico e medico Prospero Alpino parlava di una bevanda molto usata in Egitto, la caova, e ne esaltava gli usi curativi; la comparsa in Europa è datata presumibilmente 1615, grazie ai mercanti veneziani che seguivano le rotte marittime verso l’Oriente; non mancarono certo remore e pregiudizi religiosi e culturali che fecero presto a diffondere l’idea del caffe quale bevanda dagli effetti diabolici, perché nera o perché dal sapore amaro, di certo perché proveniente dall’Oriente islamico; Angelo Rambaldi ne esaltava invece le proprietà curative. Sorseggiandone una tazzina, Papa Clemente VIII alla fine lo battezzò e la prima bottega aprì i battenti nel 1683 a Venezia.

In occasione dell’80esimo compleanno della famosa caffettiera Bialetti, le Scuderie di Palazzo Ruspoli a Roma propongono (fino al prossimo 12 ottobre) un lungo ed emozionante viaggio alla scoperta della storia del caffè e della moka.


In esposizione esemplari della popolare Bialetti mai presentati al pubblico, dalla capostipite Moka Express edizione 1933, le successive evoluzioni, fino alla versione dei nostri giorni.
La prima moka in esposizione è un esemplare in ottone nichelato e legno datato 1880/1900, a pressione con vapore; è torinese uno dei primi modelli ad adottare l’attacco a baionetta nel portafiltro; sarà poi il rame a diventare il dettaglio estetico caratteristico dei primi modelli domestici elettrici; pian piano arriva anche il fischietto per avvisare durante l’erogazione di caffè, con il modello prodotto tra gli anni ‘20 e ‘30 a Milano.
Si approda alla cultura partenopea del caffè con la napoletana Adelie, prodotta da un artigiano argentiere, esemplare di pregio rispetto ai modelli comuni in latta all’epoca, in argento e interamente cesellato a mano. Si possono ammirare le prime manopoline con cui si selezionava quale doppio erogatore attivare ed un esemplare con globi in vetro a tenuta stagna l’uno con l’altro.
Fino ai primi del dopoguerra la moka era un prodotto artigianale, pochi i pezzi realizzati e con una distribuzione limitata. È grazie all’intuizione di Alfonso Bialetti che inizia una seconda vita del caffè, fatta di convivialità domestica, pubblicità e “tanto carosello”! Nasce la moka stretta in vita come una donna dell’epoca e dalla forma ottagonale in alluminio, caso unico di design industriale che subirà nel corso del tempo solo poche modifiche. Brevettata, presto icona del design made in Italy e nel 2008 parte delle collezioni ufficiali del Museum of Modern Arts (Moma) di New York, a titolo permanente come esempio di sintesi del design italiano tra innovazione, tecnologica ed eleganza e funzionalità.

La mostra si conclude con un caffè ovviamente…! fatto assaporare prima in chicchi con la descrizione dei sentori, e offerto dopo in degustazione, da sorseggiare mentre si legge alle pareti della pianta, della sua raccolta, dell’estrazione del seme, della tostatura e dello stoccaggio con tanto di piantine ai tavoli.

 

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